La struttura architettonica della Cattedrale di Tropea ha subito, nel tempo, profonde trasformazioni, rifacimenti e restauri. La facciata presenta un profilo a salienti e, superiormente al portale centrale archiacuto, un oculo cinquecentesco sormontato da una nicchia che espone la scultura in marmo della Vergine con il Bambino. La parte che meglio conserva i caratteri originari è la parete settentrionale dell’edificio, la cui superficie è mossa da una serie di arcate a tutto sesto, in cui insiste un motivo di rombi, cromaticamente variegati, che si ripete nella cornice sottostante. L’organismo architettonico della Cattedrale presenta un assetto di tipo basilicale a tre navate, suddivise da otto pilastri di tufo ottagonali, su cui si innestano archi a sesto acuto. Le navate sono absidate e il presbiterio rialzato. La riconfigurazione barocca dell’edificio cominciò ai primi del ‘600 e continuò nel secolo successivo con i lavori che interessarono la volta, il presbiterio, le navate laterali e l’ingresso settentrionale, dove il portale venne sormontato da un ovale marmoreo riproducente l’immagine della “Madonna di Romania”. L’appellativo “Madonna di Romania” è legato alla narrazione relativa alla veneratissima icona, conservata entro una cornice argentea posta nell’abside centrale. L’immagine, ritenuta miracolosa per aver salvato la cittadina dal terremoto del 1638, divenne oggetto di grande venerazione. I restauri finalizzati al recupero della “facies” normanna della Cattedrale hanno comportato la scomparsa di molti apparati barocchi; ciononostante essa conserva importanti testimonianze artistiche di un periodo che va dal XV al XVII secolo. Tra le testimonianze scultoree di altissimo pregio che documentano lo splendore decorativo della Cattedrale: il maestoso gruppo marmoreo noto come “Madonna del Popolo”, opera di Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo.
(Fonte calabriaecclesia.org)
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